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Lettere al direttore - Le briciole dell'Expò...

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Le briciole dell'Expò su Pavia

Venerdi, 24 aprile 2009

Sembrava una grande occasione per la città ed il suo futuro, ed invece, se – come si dice – “il buon giorno si vede dal mattino”, l’avventura rischia di essere piccola piccola. Andiamo con ordine. Il 31 marzo 2008 a Parigi, la città di Milano batte la concorrente Smirne (86 voti contro 65) e si aggiudica il prestigioso ruolo di gestore ed organizzatore dell’Esposizione Universale (c.d. Expo) del 2015. Sin dalla propria candidatura, la città di Milano si è presentata come “portavoce” di un’area molto più estesa dei confini cittadini e provinciali. L’evento, ancor prima dell’elezione di Milano, è stato presentato come una grande occasione per tutta l’Italia ed, in particolar modo, per le città limitrofe all’area metropolitana milanese, come Pavia. Il 3 settembre 2008 a Pavia, in occasione del Festival dei Saperi, i sindaci Moratti e Capitelli hanno siglato un protocollo di collaborazione culturale tra il Comune di Pavia ed il Comune di Milano: da quella data Pavia è entrata “ufficialmente” nel circuito Expo 2015. I cittadini, i lavoratori, gli imprenditori, gli artigiani, i commercianti pavesi hanno certamente riposto in questo accordo enormi aspettative. La presenza del Comune di Pavia nell’area dell’Esposizione Universale potrebbe, infatti, permettere alla città di fare un salto in avanti nei collegamenti, nelle infrastrutture, nell’innovazione tecnologica. Quale migliore occasione per migliorare i collegamenti, per creare nuove infrastrutture e nuovi servizi, per mantenere l’identità pavese e, al contempo, cambiare il volto della nostra città e rendendola un esempio di stile di vita sostenibile, di approccio dell’uomo rispettoso dell’ambiente e delle bellezze architettoniche? Per attrarre, in questo modo, capitali e risorse e, quindi, per creare lavoro? Lunedì scorso però, è arrivata la prima doccia fredda sulla città: provincia e camera di commercio, sotto l’onnipresente ala protettiva dell’on.le Abelli, hanno presentato il programma Expo 2015 riguardante il territorio pavese. Ne ha dato trionfale annuncio la Provincia Pavese, in un articolo di martedì 21 aprile dai toni entusiastici. Abbiamo letto con attenzione i contenuti: abbiamo notato che esso non si tiene in alcuna considerazione la città di Pavia ed il suo sviluppo. Abbiamo notato che il programma è incentrato solo sulla provincia di Pavia. In sintesi è prevista la promozione di prodotti eno-gastronomici e la creazione di quattro autoporti per la logistica. Non abbiamo trovato nessun riferimento agli accordi sulla promozione culturale di eccellenza, attraverso il sistema universitario e collegiale. Nessuna valorizzazione del polo scientifico e tecnologico. Nessun accenno allo sfruttamento della enorme potenzialità culturale e alle bellezze della nostra città. Nessun euro di investimento in questa direzione. La “grande occasione” per la città di Pavia sembra finita ancor prima di iniziare. A pensar male, si potrebbe ritenere che l’Expo 2015 abbia deciso di “beneficiare” solo soggetti politicamente allineati (l’asse pdl-lega che governa regione Lombardia – comune di Milano – provincia di Pavia) escludendo il comune di Pavia. A pensar male, si potrebbe ritenere che, visti i progetti di cementificazione selvaggia a discapito delle aree verdi messi in atto nel Comune di Milano (http://milano.repubblica.it/dettaglio/cemento-legge-ad-hoc-per-la-moratti-abitazioni-al-posto-di-giardini-e-parcheggi/1599064), in barba ai temi ecologisti e di bioenergetica, si vogliano ottenere da Pavia (dalla prossima amministrazione) ampie rassicurazioni di comportamenti conformi.  A pensar male, si potrebbe credere che il progetto sin qui presentato, costituisca l’ennesima prova dello sfruttamento del territorio pavese per le esigenze di Milano. In tale direzione si muove il progetto di creazione di quattro aree di logistica, guardacaso strettamente collegate al nefasto progetto di costruzione della autostrada Broni-Pavia-Mortara, direttamente “patrocinata” da Abelli e dal suo fido scudiero Cattaneo. Come ci insegna l’antica saggezza, “a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre si indovina”.

Francesco Arcari - Italia dei Valori, Pavia

 

 

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