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Cultura - Sabato, 22 Maggio 2021 08:56

MILANO - Parte il countdown per Milano OltrePop, il nuovo disco degli Staffora Bluzer. L'uscita prevista il 28 maggio

flavio oreglio gruppo homeMILANO - Un progetto, "Anima Popolare" e un nuovo disco "Milano OltrePop". Flavio Oreglio ed i ragazzi della band Staffora Bluzer sono pronti per il grande debutto del nuovo album, in calendario per il prossimo 28 maggio. Un progetto, questo, che proprio grazie a Flavio Oreglio parte dal 2017.

 

LA BAND

Oltre a Flavio Oreglio, volto noto della televisione italiana, comico, autore e musicista, fanno parte degli Staffora Bluzer anche Stefano Faravelli (piffero, flauti, sax, voce) e Matteo
Burrone (fisarmonica, voce) Daniele Bicego (müsa, buzuki, tromba, clarinetto, flauti, voce) Giacomo Lampugnani (Basso), Cristiano Giovanetti (Batteria), Fabio Casali (chitarre).
Una band ormai consolidata, che con Staffora Bluzer è al suo secondo album.

 

IL PROGETTO

"Milano OltrePop è il secondo step del progetto Anima Popolare, un work in progress che dal 2017 sto coltivando con gli Staffora Bluzer. La sua realizzazione era scritta nel destino, nelle stelle o forse solo su un foglietto diFLAVIO OREGLIO appunti, sotto la dicitura “eventualità”. Non ricordo… ma poco importa - premette Flavio Oreglio - Un album racchiude un percorso e conserva i sentimenti e le idee che l’hanno generato. Dai Cantacronache e dal Nuovo Canzoniere Italiano abbiamo recuperato l’attenzione alla matrice popolare, affidandoci nello specifico – come spiegato ampiamente nell’album precedente - alle sonorità della musica delle quattro province per proporre e interpretare anche stilemi musicali di diversa provenienza come il jazz, il rock e il blues. Il risultato è un mix di tradizione e contaminazione, e segna un tratto sperimentale che ci ha proiettato, di fatto, in una dimensione tipicamente prog".

 

LA STORIA DELLA MUSICA

Ci sono tante Milano in questo disco… C’è la Milano della tradizione popolare (El magnan, La povera Rosetta) e la Milano degli anni ’30 che ne amplia i confini con le canzoni di Giovanni D’Anzi (El biscella), c’è la Milano degli anni ’60 che mentre rispolvera queste radici (El me gatt di Ivan Della Mea) getta le basi dell’innovazione con un occhio ai poeti della beat generation e l’altro ai canoni del jazz e della nuova canzone francese. Così facendo, racconta personaggi e piccole storie di periferia (Il Riccardo di Gaber-Simonetta, Faceva il palo, Ma poi di Valdi-Jannacci) e regala perle di filosofia minimalista (Se l’è un cojon di Brassens-Svampa-Amodei). Con l’arrivo del ’68 la ribellione dilaga per le strade. Woodstock e l’Isola di Wight diventano vetrine di un mondo musicale più anglosassone e determinano il successo di nuove strutture armoniche e melodiche. E così, nel giro di poco tempo si passa dal linguaggio surreale di Cochi e Renato (La canzone intelligente, ultimo grido dell’approccio originario) alla nuova cultura coltivata nei neonati teatri off e in altri ritrovi e che si manifesterà in brani come La radio di Eugenio Finardi o Stranamore di Roberto Vecchioni, testimonianze di un avvenuto cambiamento dei modelli di riferimento che si sovrappone ai precedenti. Milano conserva il suo spirito di là dai codici espressivi. Gli echi d’oltreoceano e d’oltralpe si accavallano, a volte prendono vicendevolmente il sopravvento, o tornano ciclicamente a ripresentarsi (Sorrisi e lacrime). In questo panorama di rielaborazioni trova perfetta collocazione anche il brano Non c’è Milano di Stefano Covri e Fabrizio Canciani, canzone con una lunga storia legata al progetto “Musicomedians” che ne ha sostenuto i primi passi nel 2010.

 

copertina album

 

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