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Politica - Mercoledì, 10 Novembre 2010 15:24

VOGHERA - Dopo il 4 novembre riapriamo il confronto

Sulla vicenda della targa al CastelloRoberto GALLOTTI (click to enlarge)


VOGHERA - Il Capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Comunale Roberto Gallotti ci invia un intervento in merito ai festeggiamenti del 4 novembre ed alla questione della targa. Ecco il suo intervento.

 

Ogni anno, il 4 novembre, partecipando a questa , come a tutte le analoghe manifestazioni che si tengono in quasi tutto il nostro Paese, testimoniamo una memoria condivisa e riproponiamo l’impegno a ritrovare nel nostro mondo contemporaneo le ragioni profonde dell’unità ed il valore della nostra indipendenza nazionale , essendo consapevoli di dover coniugare questi valori a quelli di un presente che ricerca pacifiche relazioni tra i popoli e che si propone la costruzione dell’Europa come casa comune.

Con il 4 novembre si ricordano i caduti di tutte le guerre, di tutti coloro che, in vari momenti della storia del nostra Paese, hanno sacrificato consapevolmente la loro vita per garantire a tutti un futuro di pace, libertà e democrazia nella prospettiva dell’unità nazionale costruita e cementata dalla condivisione di esperienze che ci hanno uniti ben più di quanto abbiano potuto generare divisioni (e talvolta anche lacerazioni) che, inevitabilmente, non sono mancate.

Oggi esistono ancora differenze (in alcuni casi marcate e profonde) nelle varie dimensioni locali, che non sono e non possono diventare barriere invalicabili ma con constatazioni oneste e senza ipocrisie è possibile comprenderne le ragioni cercando di costruire soluzioni che contribuiscano a colmare le distanze.

Ieri con la celebrazione del 4 novembre anche l’Amministrazione Comunale di Voghera, Sindaco in testa, ha deposto, giustamente, corone commemorative anche sulle lapidi dei combattenti partigiani (alcuni dei quali insigniti di medaglia d’oro): in quei momenti il pensiero non poteva, idealmente, non andare al comportamento dell’Amministrazione in merito alla vicenda della lapide posta a lato del Castello Visconteo (teatro di prigionia e torture per molti antifascisti) per ricordare sei repubblichini uccisi nel 1945, comportamento contraddittorio ed ipocrita di chi mantiene una situazione che rappresenta un’offesa a chi oggi commemora.

L?auspicio, comunque, è quello di non alimentare contrapposizioni laceranti nella Città ma quello, come richiesto da più parti, di riaprire un ancora possibile confronto democratico, senza preconcetti, con la partecipazione di tutte le parti interessate per la ricerca di una soluzione unitaria e condivisa che soddisfi e rispetti le sensibilità coinvolte?

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