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Politica - Martedì, 20 Ottobre 2009 11:00

VOGHERA - Nutrie e piccioni nel calendario venatorio

L'intervento del consigliere Francesco FioriFRANCESCO FIORI

 

Voghera - Francesco Fiori, consigliere regionale del Popolo delle Libertà, è “anello di congiunzione” tra due mondi, ed i relativi interessi: agricoltori e cacciatori. Una vita spesa nelle associazioni agricole (ViceDirettore Unione Provinciale Agricoltori di Pavia, Direttore di Confagricoltura Mantova e di Confagricoltura Lombardia) prima di approdare in Regione Lombardia come Assessore Regionale all’Agricoltura e poi in Parlamento Europeo.

 

"Sì – conferma Fiori – “perchè i cacciatori sono una pedina fondamentale per la salvaguardia del territorio, ed anzi per questo dovrebbero esser maggiormente coinvolti dalle Istituzioni pubbliche. Tutti conosciamo i problemi causati da cinghiali, piccioni e nutrie, insomma dagli animali la cui “catena naturale” di contenimento in questo momento non esiste. Occorre un salto di qualità da lodevoli iniziative estemporanee ad un programma continuativo, i cui costi sian ovviamente sostenuti dagli enti pubblici; anzi, io inserirei tutti questi obiettivi persino nel Calendario venatorio provinciale.” Una proposta forte, destinata ad accendere il dibattito.

 

Ma Fiori allarga il discorso, ad illustrare l’importanza dei cacciatori per l’economia provinciale : “La provincia di Pavia è forse la zona di Lombardia più appetibile per la caccia : c’è un habitat splendido, paesaggi meravigliosi che se uniti alle nostre eccellenze enogastronomiche creano la formula vincente. Coniugare turismo ed enogastronomia anche all’attività venatoria : è l’uovo di Colombo.


Chi scopre il nostro territorio, anche per motivi venatori in stagione di caccia, poi ci torna tutto l’anno dando così fiato all’economia locale : ecco il possibile innesto d’un circolo virtuoso che metta d’accordo tutti –  produttori locali di frutta, vino, formaggi e salumi, ristoratori, albergatori ed agriturismi. E non van dimenticati i piccoli proprietari immobiliari: il mercato delle seconde case, in particolare sulle nostre colline e nell’alta Valle Staffora può trarne nuovo slancio.”

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