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Politica - Mercoledì, 22 Gennaio 2014 20:20

VARZI - "Siamo tutti pronti alla mobilitazione"

In difesa dell'ospedalelocandina ospedale

VARZI Per salvaguardare l’ospedale di Varzi, si sta registrando una mobilitazione di massa, che comprende le istituzioni, ma anche tutta la comunità varzese e delle vallate limitrofe, Valle Staffora, Val Trebbia e  Val Curone. 

 

LA CRONOLOGIA DEI FATTI - Tutto ha inizio nel  mese di dicembre, quando  il Ministero della Salute, in base alla politica della “spending review”,  avanza l’ipotesi di  possibili chiusure di alcuni presidi sanitari in Lombardia, fissando dei criteri precisi in merito al numero minimo di posti letto, stabilito a quota 120. Nella categoria dei nosocomi a rischio, dunque, rientra anche l’ospedale “Santissima Annunziata” di Varzi. Il rischio chiusura ha subito sollevata un’ondata di protesta e una decisa presa di posizione dei politici locali e non solo. Il sindaco di Varzi, Gianfranco Alberti, ribadisce con fermezza il suo punto di vista sulla questione. “L’ospedale per il nostro territorio è una struttura di vitale importanza e mi riferisco in primo luogo  all’aspetto della gestione sanitaria, ma anche alla questione occupazionale. Un’eventuale chiusura significherebbe sancire la morte di un territorio, che senza questi servizi essenziali, andrebbe incontro ad uno spopolamento. Quello che mi preme sottolineare è il fatto che in una zona di montagna , la politica non deve basarsi sui numeri. Non è corretto  fissare dei criteri sui posti letto o sugli accessi minimi al Pronto Soccorso, quello che fornisce l’ospedale è un servizio di prima necessità e va mantenuto.  Il bacino d’utenza del nostro presidio sanitario è molto ampio, copre tre vallate e diversi comuni  in zone disagiate di montagna , di questo bisogna tenerne conto”.   

LA RICONVERSIONE NON PIACE - Anche l’idea di una riconversione dell’ospedale non piace assolutamente al sindaco Alberti:” Non avrebbe senso trasformarlo in una casa di riposo o in una struttura di assistenza. Quando sento parlare di sprechi e quindi di possibili tagli alla sanità, penso che bisognerebbe guardare ad alcune zone di pianura, dove ci sono ospedali a distanza di dieci chilometri l’uno dall’altro. In quel caso, ritengo giusto pensare ad una riorganizzazione o ad una conversione, ma nella nostra situazione territoriale ,  l’ospedale va mantenuto , se non addirittura potenziato, anche se purtroppo abbiamo dovuto assorbire il duro colpo costituito dalla  chiusura del  reparto di Traumatologia.   Penso che l’ospedale, cosi come la scuola e le poste rientri in quei servizi essenziali che dobbiamo erogare alla cittadinanza, in caso contrario la gente abbandona le montagne. C’è poi anche l’aspetto occupazionale da considerare.  L’ospedale garantisce posti di lavoro.  Assieme alla casa di riposo, rappresenta il nostro principale centro occupazionale e se non c’è lavoro, la gente scappa”.  Le ultime notizie trapelate   autorizzerebbero ad un certo ottimismo sulla sopravvivenza del nosocomio varzese:” Con l’adeguamento strutturale, devo dire che il nostro presidio sanitario è migliorato notevolmente. E’ stato aperto un reparto di Cure Subacute  e di recente ho avuto un colloquio con l’assessore regionale alle attività produttive, Mario Melazzini, che mi ha dato rassicurazioni sul nostro ospedale”, dichiara Gianfranco Alberti.  Il sindaco non è solo in questa battaglia, molto sentita da tutta la cittadinanza. L’imprenditore edile e presidente del Varzi Calcio, Lorenzo Fossati si schiera con il sindaco e rincara la dose:” L’ospedale non si può chiudere per tanti motivi.  Chi ha pensato a questa decisione dovrebbe venire a vivere la nostra realtà. Si deve pensare alle persone che  abitano  in zone di montagna e devono impiegare un’ora e mezza per raggiungere l’ospedale più vicino. Io personalmente sono a capo di un’impresa con conta 25 dipendenti e vorrei poter lavorare in condizioni di massima sicurezza.  Bisogna anche considerare che c’è una percentuale elevata di popolazione anziana nel nostro territorio e la loro salute va tutelata nel migliore dei modi. Il fatto che sia stato chiuso il reparto di Traumatologia, che rappresentava un fiore all’occhiello del nostro ospedale, è stato un grave errore. L’assistenza sanitaria è un bene primario , anche perché noi paghiamo regolarmente le tasse e abbiamo diritto a questi servizi. In caso contrario , inizio a pensare che non ci considerino come cittadini italiani e non avrebbe più senso portare avanti qui  le nostre attività”.  

L’APPELLO DI FOSSATI - L’appello di Fossati si collega anche alla prossima riapertura della seggiovia di Pian del Poggio, prevista per il prossimo mese di giugno: ”Son stati fatti investimenti  importanti per riaprire la seggiovia, con il contributo di diversi enti, tra cui la Regione ,  la Provincia e la Comunità Montana.  L’apertura della seggiovia incrementerà il turismo da queste parti  e andremo incontro ad un flusso notevole di persone, a cui deve essere garantita l’assistenza sanitaria. Anche per le attività sportive, l’ospedale è un centro essenziale. Penso al Varzi, di cui sono presidente. Ogni domenica abbiamo 300 persone allo stadio e bisogna tutelarle. Anche per il settore giovanile, il pronto intervento è fondamentale  durante l’attività agonistica. Ho delle grosse responsabilità verso i genitori e senza ospedale , non sarei tranquillo”. Fossati chiude poi con una provocazione:” Se l’obiettivo è quello di spopolare queste zone , che lo dicano chiaramente. In quel caso basterebbe mettere una sbarra dopo Salice.. “.

Alessandro QUAGLINI

 

 

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