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Cultura - Lunedì, 21 Gennaio 2013 13:41

STRADELLA - Poveri stranieri e italiani, c'è qualcuno che vi aiuta

massimo_ghio_tnAttiva l'associazione Massimo Ghio


STRADELLA AChe il perdurare della crisi economica provochi un aumento delle situazioni di disagio a carico di famiglie straniere, ma anche italiane non sono solo le statistiche a “certificarlo” ma anche tutte quelle associazioni, laiche o religiose, che “sul campo” cercano di dare una risposta di aiuto concreta alle varie richieste di intervento. Una di queste è l'associazione Massimo Ghio.

 

 

 

 

SUL CAMPO DA TREDICI ANNI - Una di queste realtà è l’Associazione Massimo Ghio che opera nella sede ubicata nelle ex scuole di Casa Massimini a Stradella. Un sodalizio nato nel gennaio del 1999 con il preciso scopo di aiutare i più deboli, in particolare le famiglie con bambini piccoli in situazioni di grave difficoltà, per volontà dei genitori del compianto Massimo Ghio che tuttora sono il motore e l’anima dell’associazione. “Ormai è da alcuni anni – ci fanno notare il presidente Margherita Pomero Ghio e il marito Michele - che alla nostra porta bussa un numero sempre più elevato di persone, alla ricerca di un aiuto, di vestiti per neonati e bambini, ma anche per adulti. Ci chiedono anche alimenti, ma noi non possiamo far altro che indirizzarli alle altre istituzioni benefiche operanti sul territorio che si occupano della distribuzione di viveri. E’ vero, la povertà è aumentata e in troppi – italiani e stranieri – non hanno lavoro e non ce la fanno a tirare avanti. Ci troviamo spesso davanti a situazioni drammatiche e nella quasi totalità dei casi sono proprio i bambini a portarne le conseguenze più pesanti. Noi facciamo il possibile, per scelta abbiamo deciso di focalizzare la nostra attività esclusivamente sulla distribuzione di indumenti o al più di materiale – lettini, passeggini, culle, pannolini – di prima necessità”. Indumenti e materiale che l’associazione raccoglie nella sede stradellina di Casa Massimini. “Innanzitutto devo ringraziare chi ci aiuta, ma mi preme – dice ancora la signora Ghio – raccomandare a chi ci porta abiti che questi siano nuovi o al più ancora in buone condizioni di utilizzo. Abbiamo bisogno soprattutto di vestiti per neonati e bambini”. Il cellulare di Margherita squilla in continuazione; dall’altro capo c’è la mamma che ha bisogno tutine per il suo bambino, oppure c’è il papà che non riesce a trovare una culla, o ancora il servizio dei servizi sociali che chiede di intervenire in una famiglia che si è rivolta al comune. All’associazione infatti si rivolgono le famiglie e i privati, come pure i comuni, le parrocchie che spesso segnalano situazioni di particolare indigenza. “A mio avviso – fa ancora notare il presidente – servirebbe una maggiore sinergia tra le diverse associazioni che sul territorio lavorano sul fronte del sociale; si potrebbe forse fare di più, soddisfare più richieste di aiuto…Questo è un obiettivo cui tendere, ma è comunque tantissimo il lavoro che tutti insieme facciamo, con l’unico scopo di una solidarietà concreta”. A titolo di cronaca nell’anno 2012 l’Associazione Massimo Ghio ha distribuito a decine e decine di nuclei famigliari oltre novemila “pezzi”.Un numero che da solo la dice lunga sul tanto lavoro svolto nell’anno passato e che certo non verrà meno in questo 2013 che ha appena mosso i primi passi, con l’obiettivo che è lo stesso da sempre, quello di fare semplicemente un po’ di bene.

 

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