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Cultura - Sabato, 16 Giugno 2012 15:42

VOGHERA - Dik Dik, grande concerto in caserma

DIK DIK in Municipio (click to enlarge)Evento organizzato dalla Pro Loco


VOGHERA Musica, ma non solo. Il concerto dei Dik Dik in programma per giovedi  21 giugno alle ore 21 presso il cortile dell'ex caserma di Cavalleria non sarà soltanto un momento musicale, come ha spiegato il leader storico del gruppo, Pietruccio Montalbetti nella conferenza di stampa di presentazione tenutasi nella sala consiliare di Palazzo Gounela.

 

 

 

LA CONFERENZA STAMPA – Presenti il sindaco Barbieri, gli assessori  Gianpiero Rocca e Giuseppe Carbone e i vertici della Pro Loco cittadina, a cominciare dal presidente Giuseppe Cacciatore, che ha organizzato l'evento. “E' un periodo in cui va di moda il vintage – afferma Montalbetti- e cosa c'è di più vintage di noi. Abbiamo attraversato diverse generazioni con la nostra musica e ancora oggi andiamo in giro a fare concerti, con l'intenzione di raccontare una certa epoca e l'evoluzione della nostra vita. Non sarà un semplice concerto in cui ascoltare le nostre canzoni, ma un racconto  grazie all'ausilio dei video che verranno installati sul palco  e ci permetteranno di narrare, attraverso immagini e parole, la storia di un certo periodo, in cui ci eravamo posti l'intenzione di cambiare il mondo attraverso la musica, anche se poi questa missione non è andata a buon fine”.


MA QUALE NOSTALGIA? - Montalbetti non vuol sentir parlare di nostalgia, quando i Dik Dik salgono sul palco: “Il nostro compito non è quello di portare nostalgia, è normale che i nostri brani possano rievocare ricordi, ma io sostengo che il passato di ognuno di noi rappresenti una base su cui costruire il futuro. Ognuno di noi deve creare il proprio futuro e nessuno , neanche le persone più avanti con l'età, deve lasciarsi andare a  frasi del tipo :”la vita per me è finita”. Io ho 70 anni e a gennaio ho scalato una montagna di 7mila metri in Argentina, bisogna sempre porsi degli obiettivi e delle mete da raggiungere”.  Viaggi  di introspezione “che ti aiutano a conoscere te stesso e a relazionarti con il mondo” spiega Pietruccio e una curiosità e voglia di scoprire luoghi  e persone sempre viva  hanno portato il leader dei Dik Dik a girare il mondo e stare in contatto con tanti popoli, dall'Africa al Tibet. “Vogliamo dare una speranza ai nostri coetanei , con l'energia che ci accompagna quando andiamo sul palco -prosegue Pietruccio- e allo stesso tempo comunicare con i più giovani, che stanno vivendo un momento di confusione storica e intellettuale. Nella musica c'è un prima e un dopo, se parliamo di quella internazionale , sono stati i Beatles a segnare un 'epoca , in Italia invece il punto di riferimento è stato Lucio Battisti”, che agli albori della sua carriera, prima di incontrare Mogol e divenire una leggenda della musica italiana,  faceva da autista ai Dik Dik, quando si esibivano nei locali del milanese..  Nel suo racconto coinvolgente , Pietruccio parla del concerto di Woodstock “che ha rappresentato un grande momento di svolta per una nuova generazione che si stava sovrapponendo a quella vecchia, con l'idea del pacifismo e di cambiare un certo tipo di cultura, concetti a cui noi dei Dik Dik siamo sempre stati legati”. Nel presente di Pietruccio, ci sono due libri “I ragazzi della via Stendhal” che racconta gli anni del dopoguerra e la voglia di cambiamento di una generazione e un altro volume uscito da poco dal titolo “Sognando la California e scalando il Kilimangiaro”, in cui Pietruccio parla delle sue esperienze di viaggio e la sua passione da scalatore. “In me convivono il folle e il saggio, folle perchè a 70 anni mi metto a scalare una vetta di 7 mila metri, saggio perchè serve un'adeguata preparazione psicologica e bisogna essere pronti a questo tipo di avventure”.

 

Alessandro QUAGLINI

 

 

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