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Cultura - Domenica, 15 Gennaio 2012 11:57

BRONI - Il bilancio dell'associazione Massimo Ghio

Aiuta chi ha bisogno


BRONI Le sempre più numerose situazioni di disagio e di bisogno che contraddistinguono il nostro tempo hanno anche il volto delle persone che, in numero sempre maggiore, bussano alla porta dell’Associazione Massimo Ghio.

 

SODALIZIO NATO NEL 1999 - Il sodalizio, costituitosi nel 1999 a ricordo del giovane mancato quindici anni fa, ha la sede operativa a Stradella, nelle ex scuole di Casa Massimini ed ha come principale attività la raccolta di indumenti in buono stato e la loro redistribuzione, con un particolare occhio di riguardo per i nuclei famigliari con bambini. Anche nell’anno 2011 sono state molte le famiglie che hanno beneficiato del sostegno dell’associazione presieduta da Margherita Pomero Ghio. Famiglie di nazionalità straniera, come pure italiane che, inviate dai servizi sociali dei comuni, dalle parrocchie o semplicemente perché venute a conoscenza dell’attività dell’ente caritativo, hanno suonato al campanello della “Massimo Ghio” perché bisognosi di vestire i loro piccoli, oppure alla ricerca di un materasso, di un passeggino, di un lettino e così via.


CERCHIAMO DI AIUTARE TUTTI -
“Cerchiamo di dare una risposta a tutti – spiega il presidente in mezzo ad una vera e propria marea di indumenti di ogni tipo, scarpe, ecc. –anche se le richieste diventano sempre maggiori. Alcuni casi sono davvero disastrosi ed il nostro intervento è un primo aiuto, almeno sul fronte dell’abbigliamento e questo è già molto soprattutto quando ci sono di mezzo neonati o bambini piccoli. Cerchiamo inoltre di avere un’idea il più precisa possibile di chi viene da noi, cerchiamo di conoscerli, ogni volta facciamo firmare per ricevuta un modulo in cui annotiamo tutto quello che viene consegnato. Questo per evitare sprechi e per fare in modo che tutti siano trattati allo stesso modo. E’ quindi anche una questione di ‘educazione’ alla carità e alla condivisione, secondo noi”.
“Il mio pensiero colmo di gratitudine – continua la signora Ghio – va innanzitutto alla compianta benefattrice Vittoria Sclavi che ha voluto contribuire in maniera determinante alla nascita e allo sviluppo della nostra associazione. Alla sorella Franca Sclavi che continua a sostenerci e poi a tutti coloro che in qualsiasi modo ci aiutano, ad iniziare da chi ci porta abiti e oggetti. L’unica cosa che raccomandiamo è che siano nuovi o in buono stato”.
Infine i numeri. Nell’anno appena trascorso l’associazione ha distribuito quasi diecimila – 9322 per la precisione – “pezzi”, per la gran parte indumenti, ma anche oggetti di varia natura. Numeri in aumento rispetto agli anni scorsi, in un trend che non ha mai smesso di crescere, segno di un disagio che ci interpella e non può lasciare indifferenti.

 

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