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Cultura - Giovedì, 03 Maggio 2018 07:28

VOGHERA - Gli studenti di Plana e Baratta danno un volto al milite ignoto

progetto milite ignoto tnVOGHERA - Sabato al Teatro dei Padri Barnabiti, si terrà una serata dedicata alla presentazione del lavoro svolto dagli alunni della classe IIIH della media “Plana”, insieme al Baratta, risultata vincitrice del concorso “Il Milite non più ignoto”, un progetto A.N.A. a livello nazionale riservato alle scuole nel centenario della Grande Guerra.

 

SERATA ORGANIZZATA DAL GRUPPO ALPINI

Ignoti non perché non se ne conoscano i nomi, a volte elencati in qualche lapide, ma perché la frettolosa memoria dei nostri giorni li ha relegati nell’ombra con la loro personalità, il loro dramma, i loro affetti: la loro umanità, insomma.


La serata, organizzata dalla Gruppo Alpini di Voghera, sarà integrata ed impreziosita con i canti della prima guerra mondiale eseguiti dal Coro Timallo, diretto dal maestro Mario Giaccoboni.

 

LA STORIA DELL’ARTIGLIERE SCOTTI

Il protagonista del progetto sarà Carlo Scotti, un giovane artigliere di montagna di Voghera, di Medassino, caduto in guerra, sull’Adamello a 23 anni il 28 agosto 1918.


L’artigliere Carlo Scotti era di famiglia contadina, nato il 1° gennaio del 1895, settimo di dieci fratelli e sorelle. Arruolato a metà gennaio del 1915, fu inviato al fronte già nel successivo mese di maggio.


L’evento offrirà l’occasione per prendere visione diretta della documentazione e dei reperti conservati della famiglia Scotti: una corrispondenza di 200 lettere, la fotografia dell’artigliere eseguita dal fotografo Cicala, la piastrina, un quadretto con le stelle alpine inviato la famiglia dall’Adamello; il tutto conservato in una cassetta di legno giunta con le spoglie del caduto.


Le prime lettere sono chiare, scritte con grafia facile ordinata, ricche di notizie rassicuranti per la famiglia. È dei primi mesi di guerra l’omaggio inviato alla famiglia: un quadretto di pergamena con incollato una stella alpina e la scritta ”Ricordo delle Alpi-Scotti Carlo”.


Dal 1917 in poi le sue lettere, scritte in condizioni di evidente difficoltà, con carta e penna o matita rimediate in qualche modo, si rivolgono anche ai fratelli invitandoli a non far conoscere la sua disperazione ai genitori, già oberati dalla difficile gestione dell’azienda agricola. È grande anche la sua preoccupazione per la notizia del reclutamento del più giovane fratello, Giuseppe, “ragazzo dal 99” mandato a combattere in fanteria.
Carlo morirà poco prima della battaglia risolutiva di Vittorio Veneto, il 28 agosto 1918.


“Morto a seguito delle ferite riportate in combattimento”: una laconica motivazione in evidente contrasto col contenuto dell’ultima cartolina scritta il 26 agosto:”Io sto bene e mi auguro altrettanto di voi”. Tre dei suoi nipoti portano ancora oggi il suo nome.

 

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