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Attualità - Lunedì, 17 Agosto 2015 10:14

EDITORIALE - Migranti, le dichiarazioni del Parroco e le due facce della medaglia

Il problema tra razzismo e solidarietàmigranti2 tn

VOGHERA - Ho letto questa mattina le dichiarazioni del vice parroco di Stradella Don Cristiano Orezzi (Vice parroco? Ma non c'era carenza di preti?), estrapolate da un inviato de "La Provincia Pavese" durante l'omelia della Santa messa di ieri mattina.

UN INTERVENTO, QUELLO DI DON CRISTIANO OREZZI, che ha trattato un tema di grande attualità: l'accoglienza dei cosiddetti "migranti". Un tema che anche sui social network divide la gente con opinioni diverse, spesso contrastanti e, nel mondo reale, con una situazione sociale che sta diventando sempre più problematica, anche in relazione all'ordine pubblico.

"CHI VIENE IN CHIESA E RICEVE LA COMUNIONE poi non può uscire e inneggiare all'odio e alla violenza contro i migranti", ha detto don Orezzi. Vero. E ancora: "Gesù ha detto: Ama il prossimo tuo come te stesso, ma non ha specificato di che nazionalità dovesse essere il nostro prossimo". Vero anche questo. Ma si tratta di una sola faccia della medaglia. Quella che vede la Chiesa (in senso generale) e che ha recentemente indotto Mons. Nunzio Galatino, segretario generale della Cei, a prendere una posizione molto dura contro la politica e in particolare la Lega Nord di Matteo Salvini (e alcune opinioni del Movimento 5 Stelle).

L'ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA rimane invece troppe volte ignorata, mentre invece sarebbe un ottimo elemento di discussione (sempre costruttivo), anche in relazione alle parole dette da Don Orezzi.
Quindi se è vero che i fedeli non possono inneggiare all'odio e alla violenza, è altrettanto vero che la Chiesa, intesa in questo caso come Curia, non dovrebbe percepire alcun compenso economico per accogliere i migranti. O quantomeno un compenso correlato esclusivamente al loro mantenimento. Perchè, come sta accadendo con lo Stato, se dietro a questa solidarietà ci fosse un business economico, razzismo e speculazione si troverebbero sullo stesso piano, con la difficile decisione di individuare il valore peggiore.
Per questo, anche per amare il prossimo tuo come te stesso, indipendentemente dalla sua nazionalità, sarebbe sufficiente la carità cristiana, che però non prevede come obiettivo finale la realizzazione di un utile.

ALLA FINE ODIO E SPECULAZIONE andrebbero messi da parte, perchè il problema dei migranti è molto più complesso e non possono risolverlo nè il vice parroco di Stradella nè gli utenti di Facebook. Serve invece una politica responsabile che, per una volta, affronti il problema con un obiettivo concreto, a metà strada fra odio e speculazione. E soprattutto un progetto tangibile di integrazione sociale. A giovarne sarebbero italiani e migranti.


Andrea PESTONI (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)

 

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