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Sport 2013-14 - Venerdì, 10 Gennaio 2014 13:56

VOGHERA - Il 2014 sotto il segno del Panzer

stefano panigada tnIntervista a Stefano Panigada

VOGHERA Stefano Panigada si candida per un 2014 da protagonista, mettendo però in cima ai suoi desideri, l’obiettivo di squadra. L’attaccante rossonero racconta le sue ambizioni e spiega la sua predilezione spontanea e non costruita  per un calcio raffinato, che lo porta spesso alla ricerca del virtuosismo tecnico. In testa, però, c’è un traguardo ben chiaro, “salire in serie D con l’OltrepoVoghera”.

Partiamo dall’attualità, ovvero l’amichevole con il Derthona dell’altro giorno. Che significato possiamo attribuire a questa partita? Si è notata la differenza con una formazione di serie D ?

“Per prima cosa c’è da dire che noi venivamo da dieci giorni di carichi pesanti in allenamento e questo ha influito sicuramente , mentre loro , essendo impegnati in campionato, avevano una brillantezza diversa.  Detto questo, ci tengo a precisare che nel primo tempo li abbiamo messi sotto sul piano del gioco, ci è mancato solo un po’ di mordente e di decisione nel finalizzare, anche da parte mia,  ma sul piano dei valori in campo, direi che siamo stati superiori nel primo tempo”.  

Avete chiuso il girone d’andata con una marcia da record:44 punti frutto di  14 vittorie e due pareggi, miglior attacco (47 gol fatti) e miglior difesa (7 reti subite) . Siete convinti di potervi ripetere nella seconda parte di stagione?

 “Ripetersi sarà difficile, ma io sono un ottimista di natura. Se andiamo ad analizzare anche  i due pareggi, possiamo parlare di due vittorie mancate. Abbiamo fatto qualcosa di straordinario, a maggior ragione se pensiamo da dove siamo partiti . All’inizio,  c’erano tanti dubbi attorno alla squadra, ma con il passare delle giornate, è cresciuta la convinzione di forza e ora siamo tutti più consapevoli dei nostri mezzi, quindi direi che le potenzialità per fare bene anche  nel girone di ritorno, ci sono tutte”.

Nelle ultime quattro gare del girone d’andata non sei andato in gol, in compenso hai distribuito alcuni assist pregiati per i tuoi compagni. Ti stai specializzando nel ruolo del rifinitore?

“Cerco sempre di guardare il piazzamento dei miei compagni e se c’è qualcuno posizionato meglio, non ho problemi a passargli la palla. Nella partita con l’Arconatese, ho visto Coccu tutto solo, e ho deciso di passarla a lui. Il gol è sempre qualcosa di bello, ma devo dire che mi dà tanta soddisfazione anche fare un passaggio decisivo  e  vedere poi il compagno che corre ad abbracciarti. Poi nella nostra squadra, funziona cosi, ci scambiamo assist a vicenda e non c’è nessuno che vive il gol come un’ossessione”.

 Mister Visca spesso ti chiede di stare più vicino alla porta, anche se tu spesso tendi ad arretrare per esprimere il tuo calcio. Com’è il rapporto con il mister?

 “Il mister mi dà consigli e mi chiede certi movimenti che cerco sempre di mettere in pratica, ma non sono un giocatore d’area di rigore e lo sa benissimo anche il mister. Poi credo che un attaccante d’area non servirebbe alla nostra squadra, perché giochiamo un calcio basato sulla qualità, sulla velocità e sul fraseggio, a differenze di tante altre squadre del nostro campionato che si affidano ai lanci lunghi”.

Quali sono i tuoi obiettivi personali per questo 2014?

“Non mi piace fissare una quota di gol, quello che più mi sta a cuore è centrare l’obiettivo di squadra, che è anche il mio personale, quello di conquistare la serie D. Ho la fortuna di far parte di una società solida , composta da persone serie e  professionali. Ai dirigenti dell’Oltrepo, che già stimavo a livello umano e professionale, si è  aggiunto Lino Gaffeo, un’altra persona seria e molto appassionata, che raramente si trova nel calcio. La serenità che ci danno i dirigenti è importante, anche perché in altre situazioni si va in campo nervosi e con una tensione diversa, qui invece ci sono tutti i presupposti per fare un calcio di qualità come stiamo facendo noi. L’augurio è di salire in serie D con l’OltrepoVoghera”.

 In campo risalti sempre per il tuo stile di gioco estroso e per la ricerca della giocata di classe. Da dove nasce questo tuo modo di giocare?

“Io parto dal presupposto che il calcio è un gioco e come tale, deve essere affrontato con divertimento. Le giocate che faccio, mi vengono naturali. Non sono impostato, ogni giocata che faccio per me è sempre la più semplice, ho sempre interpretato il calcio in questo modo”.  

E a quelli che ti criticano, chiedendoti più concretezza e si lamentano per qualche “ricamo” di troppo, cosa ti senti di rispondere?  

“Io credo che la gente che venga allo stadio voglia divertirsi e apprezzare uno spettacolo gradevole. Io mi annoierei ad andare a vedere squadre che giocano con palloni lunghi . Fortunatamente nell’OltrepoVoghera, ci sono tanti giocatori di qualità. Oltre a me, ci sono giocatori come Balacchi, Di Gennaro, Coccu e devo dire che spesso riusciamo a produrre giocate di classe. L’importante è che si tratti di una giocata utile alla squadra e non un numero fine a se stesso”.

Tra poco potrebbe tornare in campo  (già a metà febbraio potrebbe essere a disposizione) Farina dopo l’infortunio. Non c’è il rischio che si crei troppa abbondanza in attacco?

“Son contento per Marco , che è stato molto sfortunato. Ha fatto molto bene ad inizio campionato, sorprendendo un po’ tutti. Lo aspettiamo a braccia aperte e posso escludere qualsiasi tipo di problema di abbondanza. Siamo tutti in ottimi rapporti e tra noi non ci sono screzi, poi toccherà al mister scegliere chi mandare in campo, ma credo che la cosa importante sia avere tanti giocatori bravi”.

Alessandro QUAGLINI

 

 

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