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Cultura - Martedì, 02 Giugno 2015 16:07

BRONI - La compagnia dialettale ci mette l'anima

Spettacolo teatrale al Carbonetti

BRONI - “Anima Broni” è il titolo di uno spettacolo e di un progetto che andrà in scena venerdì 5 giugno alle ore 21 presso il Teatro Carbonetti di Broni a chiusura della stagione teatrale 2014-2015.

IN RICORDO DEGLI ARTISTI LOCALI - L'idea del progetto “Anima Broni”: far rivivere la realtà storica, sociale, culturale e civile del territorio grazie alla teatralità, mettendo in scena personaggi, episodi ed elementi della storia e della vita locali. Le opportunità sono numerose e vanno dalla figura di Mario Salvaneschi (Lasarat) a quelle di San Contardo d'Este, Patrono della città, e Paolo Baffi, Governatore della Banca d'Italia; da Caterina Medici, bronese bruciata sul rogo dell'Inquisizione milanese, a Giorgio Soavi, scrittore; tutti personaggi espressi dal territorio e nei quali il territorio si riconosce, ai quali molti altri sono da aggiungere. Il progetto, che prevede una messa in scena ogni stagione teatrale, offrirà quindi l'opportunità alla comunità di autoriconoscersi nel suo Teatro e in qualche modo di svelare a se stessa e agli altri la propria anima.

MARIO SALVANESCHI E L’ORATORIO DIALETTALE - Lo spettacolo del 5 giugno 2015 s'intitola “Anima Broni - Lasarat torna nel suo Teatro” e l'argomento trattato è espresso nel sottotitolo. Così sarà sempre, nello sviluppo di questo progetto.
Il protagonista della vicenda proposta quest'anno è Mario Salvaneschi, in arte Lasarat, colui che, prima della sua scomparsa, ha ispirato la costituzione della Compagnia Dialettale dell'Oratorio, trasmettendole anche un metodo di lavoro e una linea estetico/poetica che la Compagnia ha rispettato e sviluppato.
Comico fine, arguto, semplice ma profondo, Lasaratt sapeva far ridere tutti, grandi e piccini. Ha rappresentato, con la sua arte, una delle più alte espressioni del teatro dialettale lombardo e nazionale. Artista capace di tradurre sulla scena la vita quotidiana attraverso una comicità mai volgare, diretta e supportata da una mimica straordinaria, anche grazie alle sue capacità di improvvisazione, faceva rivivere in teatro vizi e virtù della gente qualunque.
Il progetto prende quindi avvio da questo spettacolo, ispirato a una breve piéce di Salvaneschi e di Franco Mezzadra, dal titolo “Alla conquista di Marte”.
L'ispirazione è tradizionalmente comico/grottesca, ma il lavoro si differenzia dalla consueta linea della rivista bronese praticata dalla Compagnia, anche se molte componenti (la musica, il travestitismo, il dialetto, ad esempio) rimangono un materiale peculiare dell'espressività della formazione.

 

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