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Cronaca - Sabato, 18 Maggio 2013 09:09

VOGHERA - Aveva crocifisso il pusher, ora va in galera

tribunale-2 tnI fatti risalgono al 1996

VOGHERA Storie di droga, mafia ed estorsione, quando Voghera era il primo punto di approdo per i malavitosi che dal Sud volevano attecchire le radici a Milano. Una vicenda che si è conclusa ben diciassette anni dopo un fatto increscioso, che all'epoca suscitò molto scalpore.

 

 

 

Mohamed Belaifa era un cittadino marocchino residente a Voghera. Nonostante all'epoca la ricerca di un lavoro non fosse un miraggio come oggi, l'occupazione principale del 35enne nordafricano era comunque lo spaccio di droga. Un giro piccolo, poi sempre più grande, fino ad entrare in contatto con quella criminalità organizzata che iniziava ad attaccare i suoi tentacoli e che a Voghera vedeva Antonio Piscitelli come uno dei principali e più pericolosi esponenti. Proprio nei sui confronti, in questi giorni, la Procura di Voghera ha emesso un ordine di carcerazione per tentato omicidio, che gli è stato notificato dai Carabinieri di Caserta, visto che l'uomo ha da tempo fatto ritorno nella sua terra d'origine.

Quando, su segnalazione, i Carabinieri sono arrivati allo Zuccherificio di Casei Gerola si sono trovati davanti una scena raccappricciante. Il marocchino era crocifisso ai cancelli dello stabilimento, sangunava copiosamente, era stato picchiato, le sue condizioni erano molto gravi e solo per miracolo riuscì a salvarsi la vita. Dimesso dall'ospedale, venne interrogato dagli inquirenti e decise di raccontare la sua storia. Forse un debito di droga non pagato, forse aveva visto qualcosa che non avrebbe dovuto vedere o forse il mercato dei suoi affari si stava ampliando troppo. Fatto sta che si è trovato crocifisso e in fin di vita ai cancelli dello zuccherificio di Casei Gerola.

Le indagini degli inquirenti sono meticolose e permettono di ricostruire tutta la storia. Si apprende quindi come il 15 maggio del 1996 Piscitelli decide di vendicarsi di quel nord africano che probabilmente gli deve dei soldi. Difficile che voglia solo spaventarlo, viste le ferite inferte all'uomo e la crocifissione ai cancelli dello zuccherificio e così la Procura, diciassette anni dopo, lo accusa di tentato omicidio. Quattro anni e quattro mesi di reclusione: per Piscitelli si sono così aperte le porte del carcere.

 

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