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Cultura - Giovedì, 13 Luglio 2017 08:39

VOGHERA - Anche la croce Rossa ricorda Luca Bassi: presentato il libro

libro bassi tnVOGHERA - “C’è sempre un inizio nella vita, anzi la vita è fatta di tanti inizi e non esiste la parola fine”. Da buon psicologo Luca Bassi scriveva così del suo percorso, della sua malattia che viveva sempre con positività e speranza, rincuorando anche mamma Piera.

 

LUCA PORTAVA SEMPRE IL BUONUMORE

 

“Su mamma, quando sarò guarito ci ricorderemo di tutto questo e lo racconteremo come se fosse un’avventura e ci rideremo anche su”. Luca si è spento nel 2011 a soli 32 anni per un linfoma di non Hodgking, ma rivive sempre nei suoi genitori e nei suoi amici, che hanno dato vita all’associazione “Luca per non perdersi nel tempo”. Tutta la storia di Luca è racchiusa nel libro “Camera 18”, edizioni Insieme, scritto di getto, in pochi giorni, da mamma Piera, e presentato anche presso la sede della Croce Rossa di Voghera. “Tutti ci chiedono dove abbiamo trovato questa forza, che siamo due grandi genitori – raccontano Piera e Lorenzo Bassi -. E noi ogni volta rispondiamo che non siamo noi ad essere due grandi genitori ma la forza ci arriva dal fatto che abbiamo avuto un grande figlio. Quando in casa c’era lui portava allegria. La portava persino tra medici e infermieri nei corridoi dell’ospedale. Luca trovava la forza di confortare anche i compagni più sfortunati di lui, nelle camere adiacenti alla sua, la 18 dell’ematologia del Policlinico S. Matteo di Pavia, dove ha trascorso i suoi ultimi tre mesi di vita. Ma dove non si dava mai per vinto: suonava il pianoforte, amava la musica classica, in particolare Chopin, il Notturno n. 2 che ha cantato anche la sera prima di addormentarsi per sempre. E poi amava le moto, sognava una BMW ed un Pajero. Passava le giornate a documentarsi tu tutto ciò che riguardava prezzi, accessori, modelli, optional, prestazioni, consumi..insomma, la sua mente era sempre impegnata.  Quando si perde una persona che si ama ci sono due reazioni, o ci si incattivisce o si decide di fare del bene agli altri. Ecco noi abbiamo scelto la seconda strada. Perché questi linfomi non si combattono uccidendoli ma amandoli ”.

 

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